Croazia dietro l'angolo: ecco l'Istria

Scegliere il mare di Croazia per le ferie, coi tempi che corrono, è facile. Facilissimo. Innanzitutto perché il portafoglio si svuota meno che a Riccione, Lloret de Mar o Kos (un euro vale circa 7,24 Kuna, la moneta croata). E poi perché le coste di questa nazione orgogliosa offrono scorci mozzafiato. Da lasciare soddisfatto chi cerca acque cristalline, praticamente dietro
l'angolo di casa. Già, perché l'altro vantaggio della Croazia - almeno per noi che abitiamo nel nord Italia - è la vicinanza dai confini. Specialmente se ci ferma in Istria.

Nadia ed io siamo partiti in auto da Milano alle 8.30 di mercoledì 24 agosto 2011. Sei ore e mezza dopo, con una pausa di circa venti minuti lungo il tragitto, facevamo la conoscenza degli albergatori. Nonché delle quattro mura del modesto albergo "tre stelle" collocato nel centro di Medulin. Una stanzetta acchiappata "last minute", online, sul sito Booking.com. A 540 euro, undici notti. In due, s'intende. Ovviamente solo "bed", niente "breackfast": sarebbe troppo sennò!
Per l'esattezza abbiamo scelto come "base" dei nostri spostamenti in Istria un paesello di 6.500 anime, Medulin appunto (in italiano Medolino). Affacciato sull'Adriatico, nella parte sud occintale della penisola, è celebre soprattutto come sede di un campeggio ben attrezzato. Il mare di Medulin, infatti, non è affatto da sogno. Nella parte più vicina al centro abitato, che di fatto coincide con l'ingresso del camping (gratuito per chi accede a piedi o in bicicletta), si cammina con l'acqua al ginocchio per almeno 50 metri. Acqua tutt'altro che cristallina. Il fondale è di quella sabbia che sembra terra e il moto ondoso lo rende praticamente celato alla vista. Ma si può fare un bagno (quasi) coi fiocchi camminando qualche centinaio di metri più avanti, inoltrandosi nel campeggio e raggiungendone la punta. Qui cambia lo scenario. Compaiono quasi per magia gli scogli. L'acqua è profonda dopo qualche metro e i pesci (di piccole dimensioni) si rincorrono tra loro per la meraviglia degli amanti dello snorkeling. Come noi.

LIZNJAN
Se Medulin delude le aspettative, a due chilometri ci sono le spiagge di Liznjan. Ma solo se si riesce a scoprirle. In che senso? Nadia ed io le abbiamo scovate inoltrandoci con l'auto alla fine della strada asfaltata che costeggia l'altrettanto deludente "lungomare" di Lisignano (questo il nome italiano della località), più simile a una bagnarola lacustre che al mare con la "m" minuscola. Ci vuole coraggio, è vero: avventurarsi a 5/10 chilometri orari su una strada sterrata larga due metri, battuta per di più dai trattori degli agricoltori del posto e quindi costellata di sassi aguzzi e buche che sembrano crateri, non è una scelta semplice. Ma l'ingoto affascina. E sorprende, il più delle volte. Al termine del sobbalzante tragitto si apre alla vista un mondo che a poche centinaia di metri in linea d'aria risulterebbe extraterrestre: immensi costoni di roccia a picco sul mare, calette, acqua azzurra come il cielo. E l'Adriatico infinito all'orizzonte. Un paradiso. Tant'è che in pochi lo conoscono. Nudisti, per lo più. Ma anche gente come noi. Famiglie (pure con bambini) che scelgono la tranquillità e il silenzio del posto come valore aggiunto delle proprie giornate di relax e divertimento al mare.

PJIESCANA UVALA
Più difficle dirsi (e scriversi) che innamorarsene a prima vista. Pjescana Uvala (in italiano Valsabbion o Val di Sabbia), oltre ad ospitare due tra i ristoranti più rinomati in Croazia, è il posto adatto per antonomasia per trascorrere l'intera giornata da queste parti. A differenza dell'incontaminata bellezza degli angoli nascosti di Liznjan, qui le spiagge posso dirsi "attrezzate" grazie alla presenza di due piccoli bar, a far da ciliegina sulla torta nei pressi del porticciolo, apprezzato dai navigatori per le sue dotazioni moderne. come il servizio di connessione wifi a Internet per chi sceglie di ormeggiare la propria imbarcazione. Impossibile, a Pjescana Uvala, negarsi il piacere di una birra fresca, tra una nuotata e un pisolino. Come nel resto delle spiagge di questa zona d’Istria, rimane deluso solo chi pensava di trovare la sabbia. Anche qui si stende il proprio telo sui sassi, ma di colore bianco. Una particolarità che rende del tutto cristallina la prima parte di costa, apprezzata di buon grado da molte specie di pesci (ho avvistato sul fondale, come da nessun’altra parte, anche una rana pescatrice). Curiosa e misteriosa, tra l’altro, una vera e propria grotta che si raggiunge a piedi tra gli scogli, o a nuoto, lasciandosi sulla destra l’isola che ospita l’Hotel Istra, vero e proprio dominatore del paesaggio, incastonato alla perfezione nell’ambiente.

PREMANTURA (KAMENJAC)
Venticinque kuna. Meno di cinque euro per accedere, con l’auto, al paradiso terrestre di Premantura. Una barriera di scogli a picco sul mare. Calette alte anche 10, 15 metri, fatte apposta per i tanti ragazzi che amano gettarsi dall’altro nelle acque profonde (un’emozione unica, che neanche le montagne russe sanno regalare). E questa è solo la parte “ludica”. Perché quest’oasi, segnalata addirittura dal “Lonely Planet”, un tempo era abitata dai dinosauri. Sono ancora visibili alcune impronte, mostrate per la sorpresa dei più piccoli durante l’“educational-recreational trail” a cui è possibile iscriversi all’ingresso. Un luogo incantato che offre un’esperienza “gastronomica” altrettanto suggestiva. Tra la rigogliosa vegetazione che domina le coste si nasconde infatti un particolarissimo bar, dove è possibile rinfrescarsi e rifocillarsi completamente immersi nel verde delle canne e degli arbusti, su tavoli e panche ricavate dai tronchi.






FAZANA E IL PARCO NAZIONALE BRIJUNI

Dal pittoresco porticciolo di Fazana è invece possibile raggiungere una delle tappe “obbligate” dei viandanti d’Istria. Stiamo parlando del Parco Nazionale “Brijuni”, arcipelago di isole scelte come dimora (e non a caso) dal defunto dittatore Tito, ed oggi meta estiva dei governanti croati, nella quale ricevere in pompa magna i capi di stato stranieri (tra i quali anche il nostro Napolitano, proprio nel corso dell’estate 2011). Il costo del viaggio (quindici minuti in battello e 4 ore di tour guidato nella propria lingua, comodamente seduti su un “trenino”) è di 200 Kuna. Circa 28 euro, spesi davvero bene. Dal punto di vista architettonico sull’arcipelago, composto dall’isola maggiore e da quella minore, sono presenti una villa patrizia e altri resti di epoca romana, ma anche un forte austriaco e la riproduzione del monumento più noto e amato dai croati, costituito da una stele nell’antica scrittura glagolitica. Il tour prevede una visita al museo di Tito e addirittura un vero e proprio safari: già, perché sull’isola sono stati “trapiantati” animali provenienti da tutto il mondo, in dono alla Croazia dai regnanti del pianeta. E’ così possibile incontrare zebre ed elefanti indiani, ma anche pony britannici e asini istriani. C’è da dire però che molti animali non ce l’hanno fatta ad acclimatarsi e sono stati imbalsamati e collocati nella casa-museo di Tito. Al contrario daini e cervi si sono riprodotti a dismisura sull’arcipelago ed è possibile ammirarli da pochi metri, a loro completo agio nelle distese verdi che si affacciano sul mare. Tra le bellezze naturalistiche, impossibile non citare un olivo del VI secolo, dal quale viene prodotto un preziosissimo olio, ovviamente esclusivo appannaggio dei capi di stato.



PULA E ROVINJ
Pula (Pola) e Rovinj (Rovigno) sono i due centri abitati più popolosi della costa occidentale istriana. La prima cittadina è notissima per l’anfiteatro romano “fotocopia ridotta” del Colosseo di Roma. E Rovigno è la località “in”, a poco più di un passo dal confine italiano. Vale la pena di visitare entrambe le cittadine istriane. Pula, oltre al Colosseo mignon, offre spiagge apprezzabili e attrezzate lontane dal porto (da frequentare assolutamente quella di Punta Verudela, anche solo perché affacciata proprio sulla Pjescana Uvala decantata in precedenza). Da non trascurare il centro storico, costituito in sostanza da un lungo corridoio di negozi (presenti griffes internazionali per gli amanti dello shopping, magistralmente mescolate al costume locale delle botteghe artigiane e di souvenir) che collega l’anfiteatro a un arco. Dopo aver visitato Rovigno “vecchia” (“Stari grad”), dominata dalla chiesa di Sant’Eufemia (1736) e accessibile dal’Arco dei Balbi (1680), si può fare un meritato tuffo nelle belle acque locali. In particolare si consiglia la spiaggia immersa nel parco forestale della cittadina, raggiungibile al termine di via Zagabria.

1 commento:

  1. Spiagge istria sono i migliori! Mare molto chiaro, e l'ambiente è molto pulito. La natura è semplicemente bellissima! Mi piace andare lì.

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